Dedicated to my friend Jules Bianchi
Being a race driver, the risks that come with the job, but also the solidarity. A conversation with Raffaele Marciello.
Being a race driver is not an easy job. When you are racing at 300 km/h and constantly pushing the limits, the possibility of an accident is always there. Race driver know this very well – that’s why they train hard every day to reduce the risk to the minimum. But in rare occasions, something can still go wrong. A few weeks ago we all witnessed Jules Bianchi’s terrible accident in Suzuka. The French F1 race driver crashed into a tractor after slipping on the rain soaked track. We talked about all this with one of Bianchi’s friends, the Caslano race driver Raffaele Marciello.
“When I saw the accident on live television I hoped that the usual thing would happen: the race driver climbs out of the cockpit, perhaps a bit shell-shocked, but unharmed. When I watched the scene again, though, I immediately realized that the situation was serious. Jules has been really unlucky. Accidents like his only take place when several negative circumstances combine, and that’s what happened in Japan.”
What can you tell us about Jules?
“We have been part of the Ferrari Driver Academy for years and we know each other well. We have shared many good moments. He is such a nice person, humble and relaxed. And a fantastic race driver of course. When I enter the gym at Maranello and I see his stats on the wall I am always overcome with great sadness. I pray that he will be able to recover and rise above this difficult challenge.
A few years ago you have also been involved in a serious crash, where your car flipped over several times at high speed.
“I was lucky to walk away without serious consequences. These are experiences that mark you a bit, but you have to push them off your mind when you race. You have to be focused on the race and be positive. It would be a big problem for a race driver to think about the possibility of an accident as he races. We must be aware of the risks so that we can control them as best we can and avoid making mistakes. But of course there are some things that we just can’t control.”
In Sochi you took a third place that is much more than a sport result.
“I wanted to do my best to get a podium so I could dedicate it to Jules – I hoped he would somehow feel that my thoughts are with him. I am happy to have succeeded and to have brought him with me on the podium that day in Russia.”
The GP2 championship, in the meantime, is getting closer to the end. The very last race will take place in the United Arab Emirates on November 22-23. Perhaps the chance for another special dedication…
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Dedicato al mio amico Jules
Il mestiere del pilota, i rischi, ma anche la solidarietà. Ne parliamo con Raffaele Marciello.
Il mestiere del pilota non è un mestiere facile. Quando si viaggia a 300 km/h, quando si stacca all’ultimo secondo, quando si è sempre e costantemente al limite, il pericolo di incorrere in un incidente esiste. E i piloti lo sanno bene, tanto da allenarsi ogni giorno proprio per abbassare al minimo l’asticella del rischio. Ma a volte, seppur piuttosto raramente, accade che qualcosa vada storto. Qualche settimana fa tutti abbiamo assistito al terribile incidente capitato a Suzuka al pilota di Formula 1 Jules Bianchi, che è andato a sbattere violentemente contro una gru dopo essere scivolato sull’asfalto reso infido dalla pioggia. Di tutto questo abbiamo parlato con un suo grande amico, il pilota di Caslano Raffaele Marciello.
“Quando ho visto in diretta l’incidente ho sperato che succedesse quello che di solito accade, ovvero che il pilota uscisse dall’abitacolo, magari un po’ stordito, ma senza particolari problemi. Questa volta non è andata così. Ed è bastato rivedere la scena una seconda volta per capire che la cosa era grave. Jules è stato sfortunato: affinché capitino incidenti di questo tipo occorre che si combinino diversi fattori negativi e in Giappone è capitato proprio questo”.
Cosa ci puoi dire di Jules?
“Facciamo parte dell’Accademia Ferrari da anni e ci conosciamo bene, abbiamo passato molti bei momenti assieme. È un bravo ragazzo, umile e sereno. Un ottimo pilota. Quando entro in palestra a Maranello e vedo appese al muro le sue statistiche e il suo nome mi prende una grande tristezza. Ora prego che possa riprendersi e superare questa difficilissima prova”.
Anche tu, qualche anno fa, sei stato protagonista di un grave incidente, capottando più volte a una velocità elevata.
“Ho avuto fortuna e me la sono cavata con pochi danni. Sono esperienze che un po’ ti segnano, ma che devi dimenticare quando scendi in pista. Lì devi essere concentrato solo sulla gara ed essere positivo. Sarebbe un guaio se un pilota pensasse alla possibilità di un incidente quando corre. Un pilota deve essere consapevole dei rischi che esistono nel suo mestiere in modo da controllarli al massimo e non commettere errori. Poi, è chiaro, c’è da fare i conti anche con ciò che non si può prevedere”.
A Sochi hai colto un 3° posto che va ben oltre l’aspetto sportivo.
“Volevo regalare una bella gara a Jules, volevo dedicargli un podio in modo da fargli sentire anche così la mia vicinanza. Sono felice di esserci riuscito e di averlo portato con me sul podio, quel giorno in Russia”.
Intanto, il campionato della GP2, che vede Lello fra i protagonisti, volge al termine. All’appello manca infatti soltanto la gara negli Emirati Arabi (22-23 novembre). Un’altra possibilità per una dedica speciale…